Penta
Il 25 novembre 1732 un forte terremoto sconvolge le province di Avellino e Salerno. Il principe Marino Francesco Caracciolo, signore di Avellino dei territori della Valle dell’Irno si prodiga per alleviare le sofferenze delle popolazioni e per ricostruire case e palazzi. Penta risulta fortemente danneggiata ma non si lamentano vittime. Nel libro dei morti della Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Capo Penta sono registrati in quell’anno, da parte del parroco Nicola Pisani, 13 morti, uno solo nel mese di novembre senza l’indicazione della causa del decesso. Il fatto che il terremoto non avesse provocato vittime in paese spinse i cittadini a pensare a un miracoloso intervento di San Rocco e, per dimostrare al Santo pellegrino tutta la loro devozione, nella piazza del mercato fanno erigere un obelisco sormontato dal Santo narbonese con l’immancabile cagnolino con il pane in bocca.
L’obelisco era sistemato di fronte alla strada che saliva dell’Epitaffio, cioè l’attuale Bivio Penta, davanti al Palazzo D’Auria e Celentano, all’inizio della strada che conduceva al palazzo che aveva ospitato dopo il 1508 Marina moglie di Roberto II Sanseverino e madre di Ferrante Sanseverino principe di Salerno.
Oggi l’obelisco è situato davanti la lapide dei caduti della Prima Guerra Mondiale di fronte al monastero conservatorio di Santa Chiara poi dell’Immacolata Concezione, voluto da don Domenico Petrone nel palazzo andato in fiamme nel 1643 e realizzato dal figlio Antonio il 1° settembre 1696.
Più alto dell’originale monumento, porta ai vertici dei lati della base quattro lampioni voluti dai cittadini di Penta nel 1879 e anch’essi allungati con la messa in opera delle lampade ad energia elettrica.
Questa traslazione, come evidenziato da un’epigrafe, fu fatta nel 1878, lo stesso anno in cui l’obelisco fu allungato.
La prima delle due epigrafi recita:
D.O.M.
DIVO ROCHO
PATR. PRAESENTIS
PENTA MEMOR
GRATI ANIMI
MONUMENTU
M.D.C.C.X.X.X.V.I.
La seconda:
D.O.M.
OBELISCUS
HIS
TRANS
LATUS
AC
RESTAURATUS
FUIT
A.D. 1878
L’obelisco a è alto 6,90 metri ed è sormontato da una scultura in marmo bianco, alta 1,06 metri. In origine il monumento era alto 4,57 metri.
Testi di riferimento
G. Negri, San Rocco. Culto, riti e tradizioni a Penta e nella Valle dell’Irno, Fisciano 2002, p. 43-44
