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Santuario di San Michele di Mezzo

Carpineto

Il Santuario di San Michele di mezzo, è situato a 598 m s.l.m., i primi documenti riportanti notizie sul sito risalgono alla metà del XVII secolo, in essi è citato col nome di S. Angelo in Panicola derivante forse dal latino panicum e da alcuni accostato alla specie vegetale Panicum miliaceum, il miglio, cereale molto coltivato in passato nella penisola.

Il nucleo del santuario rupestre è la grotta, di origine carsica, che si suddivide in due parti, una sezione ipogea e un’altra più elevata. Nella parte inferiore, raggiungibile tramite una doppia rampa di scale, vi è un altare la cui sistemazione attuale risale a fine XVIII – inizi XIX secolo. Al di sopra della mensa, tra due coppie di semicolonne, è un tondo con un affresco raffigurante la Vergine col Bambino, probabilmente datato alla fine del XII secolo. Sulla volta rocciosa della grotta inferiore è impiantato il lucernario, la cui sommità interna riporta un suggestivo affresco rappresentante lo Spirito Santo sotto forma di colomba e le cui strutture murarie sarebbero databili ai secoli XII-XIII. Nella grotta inferiore sono conservati altri affreschi risalenti agli inizi del XIX secolo. Uno di essi raffigura San Gregorio VII, papa dal 1073 al 1085, deceduto a Salerno e sepolto nella cattedrale della stessa città e che secondo una tradizione, probabilmente spuria, avrebbe visitato l’eremo prima della sua morte. Un altro affresco è situato alla destra dell’altare e rappresenta Sant’Alfonso Maria de Liguori, fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore. Sulla parete di fronte l’altare è affrescata una scena di natività, piuttosto danneggiata, e infine un’immagine del diavolo incatenato fra le fiamme sovrasta, su una piccola parete, le scale di accesso alla chiesa.

La grotta superiore è stata notevolmente danneggiata dal tempo e dall’incuria negli anni precedenti la riapertura. Molte delle epigrafi e delle opere una volta presenti – tra le quali una maiolica del 1817, raffigurante la Vergine col Bambino e situata nell’edicola soprastante l’altare superiore – sono state trafugate. Resta tuttavia un ambiente di notevole interesse sia per l’architettura che per alcuni affreschi ancora visibili. L’altare, in una veste probabilmente risalente agli inizi del XIX secolo, è affiancato: a sinistra da un pozzo di raccolta delle acque della cisterna sottostante; a destra da un affresco raffigurante Cristo nelle vesti di buon pastore. Nella nicchia vuota dell’altare superiore, in occasione della consacrazione e riapertura al pubblico nel 2011, è stata collocata una statua di San Michele.

Il primo impianto alla base dell’attuale chiesa risale a lavori iniziati tra fine XVIII e inizi XIX secolo e ultimati nel 1843, come riporta un iscrizione incisa sul sagrato. Indagini relativamente recenti sull’architettura del sito ipotizzano che la chiesa citata nei documenti di XVII e XVIII secolo, fosse invece disposta perpendicolarmente rispetto a quella attuale con l’ingresso corrispondente alla porta situata nel lato meridionale dell’odierna chiesa, in asse con l’altare della grotta superiore.

Il XX secolo vede il susseguirsi di vari interventi. Alla fine degli anni ’20 il fiscianese gen. G. Ianniello, progetta e fa costruire, con l’aiuto dei militari dell’Esercito stanziato a Penta, la strada di collegamento con la frazione di Carpineto. L’opera è ultimata dal sindaco di Fisciano R. M. Galdieri alla fine degli anni cinquanta e sostituisce l’antico e poco agevole sentiero, che si snoda tra i boschi ed è ancora evidenziato dalle edicole della Via Crucis. Tra gli anni cinquanta e sessanta il complesso è ulteriormente ampliato con l’aggiunta, al di sopra delle arcate, della foresteria longitudinale che collega la chiesa al più vecchio monastero.

 Il complesso, da sempre al centro di una forte devozione popolare, dopo un periodo di declino e di abbandono è stato restaurato dal Comune di Fisciano infine consacrato e riaperto al pubblico nel 2011.

La tradizione vuole che l’ascesa al Santuario avvenga 2 volte l’anno: il lunedì in Albis e il 29 settembre (quest’ultimo è il giorno in cui si svolgono anche i solenni festeggiamenti in onore dell’Arcangelo). Da segnalare anche la suggestiva pioggia delle rose dal lucernario della grotta, in occasione della celebrazione di Pentecoste.

Testi di riferimento

Amelio G., Fisciano e dintorni, Salerno 1994.

Caffaro A., L’eremitismo e il monachesimo nel Salernitano. Luoghi e strutture, Salerno 1996, pp. 107-110.

Crisci G., Campagna A., Salerno Sacra. Ricerche Storiche, Salerno 1962.

Crisci G., Salerno Sacra. Ricerche storiche, 2a edizione a cura di V. De Simone, G. Rescigno et al., vol. II, Lancusi 2001.

Ebanista C., L’utilizzo cultuale delle grotte campane nel Medioevo, in Atti I Convegno Regionale di Speleologia “Campania Speleologica”. 1-3 giugno 2007 Oliveto Citra (SA), a cura di S. Del Prete, F. Maurano, Oliveto Citra 2008, pp. 127-150.

L’Archivio parrocchiale di Carpineto di Fisciano. Inventario, a cura di L. Aversa, G. Fiore, R. Zaccaria, Battipaglia 2011.

L’Archivio Storico del comune di Fisciano (1810-1947), a cura di B. Trotta, Salerno 2008.

S. Michele di Basso, un Santuario da recuperare, Atti del Seminario “I Tesori della Valle”, Fisciano 3-4 settembre 1997, a cura di G. Noia, Fisciano 2004.